martedì 11 aprile 2017

S. Maria del Rovere, ovvero la Bottega dei Ricordi


Se a Sant’Artemio vi erano le Ville dei signori, a S.Maria del Rovere si respirava un’aria più popolare. Lo diciamo così, senza offendere nessuno,forti dei ricordi di un tempo….
Tra mercoledì 1° settembre e sabato 4 del lontano 1920 gli operai metallurgici occupano gli stabilimenti in tutta Italia. Gli occupanti ammontano a più di 400.000.
Paolo Spriano,illustre storico del movimento operaio, annota : “… nel trevigiano si occupa addirittura un’officina di San Mario della Rovere, dove lavorano quaranta operai….”
Il fallimento di quelle giornate aprirà poi la strada alla reazione fascista.
guardiarossa

 Altri tempi , ricordi, come poteva certamente annotare Remigio Forcolin, leggendario
fondatore de ‘Il Cagnan’, che qui, a Santa Maria del Rovere, abitò a lungo.
Come non ricordare poi la storca figura dell’arciprete che nella Treviso degli anni ‘70, si mormorava volesse costruire un’altra chiesa ?
Santa Maria del Rovere, nella nostra memoria è tutto questo insieme di sguardi,di idee,
di spunti.

Ci è giunta la notizia della morte di Flavio Cervi, paron assieme alla moglie Iris del bar alla Veranda, in via Tommaso Salsa, un’oasi dove aveva saputo ricostruire un pezzo della
trevigianità più vera, un tempio del dialogo e della amicizia. Alla Veranda ( gestita da Flavio
fin dal lontano 1980) si incontravano gli sportivi, la associazione degli ex lottatori in primis.
(Flavio infatti aveva esercitato questo sport ). Poi come non ricordare la Società di Birilli la Veranda, i pescatori sportivi, la società ciclistica e il club biancoceleste ‘Eagles Supporters’.
L’incontro, le discussioni, avevano restituito alla Veranda l’antica atmosfera delle osterie
di casa nostra, ove, di fronte ad un’ombra, scomparivano le differenze sociali culturali e
politiche.

Santa Maria della Rovere : una contrada che ha sempre vissuto con forte senso di
appartenenza la propria vita sociale, grazie alle innumerevoli iniziative della Parrocchia,
che è sempre stata un punto di aggregazione, di incontro e di solidarietà.

Un altro luogo storico,impossibile da dimenticare, era il bar da Egidio. Il nostro anfitrione ,
amante dello sport calcistico e della trevigianità, era riuscito a creare un’isola felice e ,
perché no, guduriosa. I panini con la porchetta lunghi un chilometro che ,nel taglio allegro
e gioviale ,trovavano un consumo assai rapido, accompagnavano le buone bevute e
le discussioni interminabili.
E’ difficile restituire con le parole l’atmosfera magica delle osterie di un tempo. Remigio
Forcolin, fondatore del roseo foglio, diceva che : “… tutto sommato ci resta l’allegra certezza
che tutto andrà per il meglio, se sapremo…. riderci su “, come sapevano fare gli avventori di Egidio.
Oggi i suoi figli , Thomas Germano e Deborah, hanno saputo dare continuità alla
storia di famiglia, con il bar Edera, che è diventato un punto di ritrovo e di comunicazione
sincera, quasi a collegarsi con ‘quella’ storia, di quella ‘osteria’, ove Egidio aveva saputo
infondere il meglio delle nostre tradizioni di accogleinza.

E poi ripubblicheremo la storia del generale Tommaso Salsa, che ha dato il nome ad
una Via importante di Santa Maria del Rovere. La penna è quella di Giovanni Comisso, dalla
rivista Treviso,Rassegna del Comune,Primavera 1933, curata da Giuseppe Mazzotti.
Risultati immagini per immagini generale tommaso salsa

Tutto questo non è acqua.In tempi difficili la luce della memoria può aiutarci a ritrovare il
filo di un cammino nella speranza. Se il Nuovo Cagnan serve anche a questo, ci pare giusto
che esista e prosperi con la Città!

 La Storia
In epoca medievale la zona, inclusa ovviamente nel territorio di Treviso, era conosciuto come colmello di Spineda, toponimo che ricorderebbe una piantagione di arbusti spinosi che supportava la cinta muraria nella difesa della città. Dal punto di vista amministrativo, apparteneva al quartiere Oltrecagnan, mentre da quello ecclesiastico faceva capo alla parrocchia di San Tomaso, nel centro storico (così come i vicini colmelli di Selvana e Sambugole). La Cal Nova (attuale Pontebbana) separava Spineda dai colmelli di San Bartolomeo, Le Corti e Fontane (da sud a nord). Si trattava ancora di una zona rurale scarsamente popolata.
Con l'avvento della Serenissima avviene una riorganizzazione amministrativa: viene istituita la podesteria di Treviso suddivisa in nuovi quartieri e Spineda viene assegnata alla Zosagna di Sopra.
Nel Cinquecento, tutta l'area tra la Cal di Breda e Porta San Tomaso viene adibita a zona di addestramento per la cernida, la milizia territoriale veneta: è la cosiddetta Spianata, toponimo che ha poi affiancato in documenti e mappe il preesistente Spineda; con il tempo, tuttavia, questa vasta area venne progressivamente ridimensionata[3]. Già nel Seicento parte del territorio è assegnato ad alcune famiglie del patriziato veneziano e, di conseguenza, si sviluppano i primi importanti insediamenti, distribuiti principalmente lungo il Limbraga e le attuali vie Acquette, Cal di Breda e della Madonnetta. Sotto Napoleone il luogo è ancora in uso (campo di Marte), così come sotto gli Austriaci e dopo l'Unità d'Italia (piazza d'armi) ma si ridusse rapidamente fino a scomparire con l'espansione urbana del Novecento[2][3].
Il vero boom urbanistico del quartiere si verifica però nel Novecento con la costruzione della caserma "Salsa" (1915), oggi dismessa, e con i piani di edilizia popolare attuati durante il Ventennio e negli anni sessanta-settanta.


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